Animatore del Carnevale di Viareggio, dal 1958 al 1964 è l'organizzatore della manifestazione musicale ad esso collegata, il Burlamacco d'oro.
Giornalista, scrittore, musicista, compositore, autore di riviste e commedie, di colonne musicali, con
all’attivo volumi di racconti, di saggi, di romanzi diversi, di trattati di jazz, innamorato della
tastiera della macchina da scrivere e di quella del pianoforte.
Ecco, in sintesi, la figura di Aldo Valleroni, per lunghi anni inviato speciale, a descrivere figure e
personaggi di
ogni parte del mondo, a coniare interviste, alcune delle quali celebri come quelle al Duca di Windsor e a
Wally Simpson, al maresciallo Montgomery, a Sinclair
repertori del cabaret e della televisione. Conoscente prima ed amico poi dei più grandi musicisti ed
esecutori del jazz mondiale, ha scritto profili su personaggi come Duke Ellington, Louis Armstrong, Lionel
Hamptom, Benny Goodman, Dizzy Gillespie, Count Basie, Cab Calloway, profili ripresi poi da molte riviste
specializzate, così come quello su Frank Sinatra.Musicista ed autore di canzoni, ha avuto il piacere di
vedere sue melodie incise da centinaia di cantanti, eseguite da moltissime orchestre, portate al successo da
nomi
Lewis, a Marlene Dietrich, al generale Patton tanto per citare qualche nome di prestigio.
Una lunga,
lunghissima carriera che lo ha portato a conoscere mezzo mondo – ma forse tutto ed oltre – ed a farsi
conoscere, sia come inviato de “La Nazione”, sia come corrispondente de “La Stampa”, sia come articolista
dei più noti settimanali come “Epoca”, “Europeo”, “Oggi”, “Settimana TV”ed altri.
Sempre come scrittore,
alcune sue riviste ottennero un simpatico successo nel primo dopoguerra mentre altre sono state riprese per
spettacoli che hanno arricchito i
prestigiosi. Basterebbero, fra tanti artisti, i nomi del grande “Satchmo” che Valleroni ha avuto come amico
sincero, di Tony Benet, Xavie Cugat per limitarci al campo straniero.Canzoni quindi incise ovunque e
stampate in quasi tutte le nazioni, concorsi internazionali vinti, affermazioni di ogni genere.
Aldo
Valleroni, fra le altre cose, è l’uomo che ha praticamente lanciato la “Versilia turistica”, la “Versilia
mondana”, quella degli anni più belli, creando nello stesso tempo i tanti “miti”dello spettacolo,
che hanno salito il primo scalino del successo proprio in repertori del cabaret e della televisione. Ha diretto per
anni il settimanale “IL LIBECCIO”
(da lui rifondato) per anni direttore responsabile di RETEVERSILIA, emittente di prestigio. Ma la sua
attività, dalla musica e dallo spettacolo, si è spostata piano piano verso la letteratura: ha scritto
diversi volumi di poesia come “IL GIRO DEL CORSO”, volume illustrato da pittori come Vasco Giannini ed
Ernesto Altemura. L’IPOTENUSA”, prima opera a sfondo sociale; quindi opere come “I RAGAZZI DEL PIAZZALE”,
volume di
racconti che ha raggiunto la 7° edizione e che è stato ristampato per le Scuole Medie (illustrazioni di
Guglielmo Malato) ed ancora VERSILIA ANNI RUGGENTI (8°edizione) e autentico best seller, BUON APPETITO
VERSILIA (4° edizione) uno spaccato divertente e preciso sul delicato e difficile mondo della cucina
versiliese.
Dopo anni di ricerche per arrivare a trovare notizie inedite, ecco poi PUCCINI MINIMO, giudicato
dalla stampa specializzata “testimonianza eccezionale”, documenti ritenuti della massima importanza. Volume
questo
che ha diviso ancora più gli “appassionati” del grande maestro lucchese. Nel 1992 Valleroni ha dato alle
stampe un libro prezioso su tutta la storia musicale del Carnevale Viareggino, storia che racchiude e
comprende tutte le canzoni della grande manifestazione, con documentazioni che hanno richiesto una lunga
ricerca ma che arricchiscono notevolmente la pubblicazione intitolata QUANDO LA MUSICA E’MAGIA, il volume in
veste elegantissima, è considerato unico per quanto riguarda il Carnevale che, pur avendo oltre cento anni
di storia, era assolutamente priva di una raccolta di
quella parte musicale che è vita integrante di un folklore sposato alla manifestazione. Il Carnevale,
infatti,è soprattutto “colore e musica”.
L’attività giornalistica del Valleroni si arricchì con la
pubblicazione del mensile REPORTER NEWS, di cui è direttore responsabile ed anche editore, insieme alla
gentile consorte, preziosa collaboratrice anche come articolista.
Nel 1998 l’autore ha approntato un secondo
volume di racconti, I MELOGRANI DELLA SIGNORA ELVIRA.
Il libro “Versilia peccati e peccatori” lasciato incompiuto e terminato dandolo alle stampe dalla moglie
Marina nel 2001 ad un anno dalla scomparsa.
Come giornalista televisivo non bisogna dimenticare che Valleroni
ha fatto parte del primo comitato che ha dato vita al mondo della emittenza privata, nell’ormai lontano
1972. Conduttore di due rubriche settimanali, in diretta (prime trasmissioni con i telespettatori a
telefonate fatte in Italia) che ottennero consensi incredibili: BATTIBECCO e VEDIAMOCI CHIARO. Trasmissioni
di costume che dimostrano come il giornalismo
televisivo può essere davvero importante quando non risente di influssi politici e viene fatto in assoluta
libertà.
Ci piace elencare alcuni titoli delle canzoni più famose dovute all’estro di Valleroni come “Una
rotonda sul mare”, “La donna dei sogni”, “Impazzire d’amore” “Ci vedremo domani”, “Bevo”, “Mi va di
cantare”-cantata da Armstrong -, “Mai” – grande successo di Mina-, senza dimenticare le musiche del
Carnevale e la produzione dedicata alla melodia napoletana. Vasta la RACCOLTA PER L’INFANZIA presentata in
diversi concorsi.
Aldo Valleroni è stato un personaggio che ha dato molto alla Versilia, terra che ha sempre amato fin da ragazzo,
poi con la sua professione di giornalista e autore di canzoni, ha avuto la possibilità nel corso degli anni, di
aumentare l'immagine di questa terra che l'ha visto per tanti anni, uno tra coloro che hanno potuto scrivere e
raccontare le varie sfaccettature che ha regalato e regala tutt'ora questa terra meravigliosa, che ancora oggi è
meta di turisti che arrivano, anche se i tempi ovviamente sono cambiati, rispetto a quando Aldo Valleroni e il
gruppo di colleghi e amici la frequentava.
Dalle pagine del quotidiano La Nazione, di cui è stato responsabile
per anni, prima della redazione di Viareggio e poi a Massa, oltre che dalle pagine de La Stampa, Valleroni ha
potuto negli anni della Versilia ruggente e lo ha fatto alla sua maniera, descrivere le notti versiliesi vissute
anche da lui in prima persona, quando questo territorio era davvero preso di mira da turisti che arrivanao da
ogni parte per assistere alla Bussola, del compianto "patron" Sergio Bernardini, a serate davvero epiche, che
ancora oggi per chi ha avuto la fortuna di viverle in prima persona, sono qualcosa di unico ed inimitabile. Tra
le varie cose che ha fatto Aldo Valleroni, c'è stato anche quella di avere fondato un settimanale "Il Libeccio",
che aveva dato la possibilità a diversi giovani di iniziare a scrivere e questo è un aspetto che merita di
ricordare. Un personaggio poliedrico che ha amato Viareggio con le sue bellezze, il Carnevale che ha saputo
raccontare sapientemente nelle sue più svariate sfaccettature, organizzando fra l'altro, il Burlamacco d'Oro, ma
la sua vera passione era la musica.
Ancora oggi il brano "Una rotonda sul mare" del 1964 scritta con Fred
Bongusto, che la interpretò è fra le più amate, da chi ha vissuto quel tempo epico, oltre a "Mi va di cantare"
presentata da Louis Armostrong e Lara Saint Paul al Festival di Sanremo del 1968. Con Aldo Valleroni ho avuto
modo di collaborare in più di una circostanza, facendo parte della redazione de Il Libeccio di cui era il
Direttore, ho poi ereditato la sua corrispondenza, che ha avuto per tanti anni, de La Stampa e questo per me è
stato senza dubbio un onore per proseguire, ovviamente non al suo livello, ciò che aveva sempre fatto per anni,
promuovendo tutto il territorio versiliese a livello nazionale.
Dal 1987 al 1994 mi sono occupato in prima persona dell'organizzazione del festival
"Canzoni di domani". Passando dalla Bussola di Focette per arrivare al Gran Caffè Margherita. In seguito la
rassegna canora è stata portata avanti ancora per qualche anno da Fabrizio Diolaiuti.
Si trattata di un trampolino di lancio per cantanti esordienti. L'idea era nata spontaneamente in una redazione,
quella de "Il Libeccio", che vedeva come direttore Aldo Valleroni, giornalista e musicista, che oltre a scrivere
testi e musica per grandi interpreti, era stato per tanti anni inviato de La Nazione al Festival di Sanremo.
Eravamo giovani giornalisti appassionati di musica (il sottoscritto, Giampaolo Simi, Fabrizio Diolaiuti, Paolo
Orlandini e gli altri colleghi della redazione) ed appena si presentò l'occasione favorevole abbiamo organizzato
la prima edizione del festival.
Aldo ci teneva particolarmente. Sia nel ricordo della prima edizione del festival del canzone italiana
realizzato nel 1948 con Sergio Bernardini, che del famoso "Burlamacco d'oro" proposto per diversi anni durante
il Carnevale di Viareggio.
Siamo partiti subito alla grande con il supporto del giornale e di alcuni sponsor. Arrivarono moltissime canzoni
da tutta Italia, tanto che si dovettero fare diverse selezioni alla Bussola di Focette.
E ovviamente il locale simbolo della Versilia - molto caro ad Aldo per i suoi trascorsi con Bernardini - fu la
sede ideale per portare a termine una prima edizione memorabile.
Dopo quella edizione Aldo, come sempre con grande generosità, ci lasciò proseguire da soli seguendoci sempre con
affetto.
Aldo Valleroni era particolarmente legato al Carnevale di Viareggio. Alle sue musiche e ai suoi carri di
cartapesta. Per questo motivo il giornale La Nazione e l’agenzia Comunica Italia hanno deciso – ormai da diversi
anni – di intitolare al suo nome il sondaggio che ogni anno dal 2001 premia il carro più bello grazie al voto
della giuria popolare.
Un riconoscimento importante particolarmente apprezzato dai carristi che corrono a vedere
il gradimento popolare delle loro costruzioni appena vengono pubblicate le classifiche sul giornale.
L’abbinamento del Premio con il nome Aldo Valleroni è venuto spontaneo ai responsabili dell’iniziativa.
Del resto Aldo Valleroni era stato a lungo caposervizio della redazione di Viareggio della Nazione, dalle cui
colonne aveva per molti anni raccontato con professionalità, serietà ma anche leggerezza il
Carnevale di Viareggio.
Valleroni – come caposervizio della cronaca di Viareggio della Nazione – era stato
un importante e quasi insostituibile punto di riferimento per la città. Che oggi lo ricorda anche grazie a
un concorso di Carnevale che porta il suo nome.
Chissà cosa avrebbe pensato,se fosse ancora in mezzo a noi, Aldo Valleroni dell'ultima edizione del festival di
Sanremo? Avrebbe condiviso il giudizio del pubblico? Oppure sarebbe andato controcorrente? Nessuno può dirlo.
Sicuramente, fin dalla prima sera, il caro Aldo - un punto di riferimento per tutti i giornalisti del passato e
del presente che hanno lavorato e lavorano a Viareggio e in Versilia - avrebbe avuto un attacco di bile, non per
il presente ma per il passato. E chi conosce un minimo di storia di Viareggio e della Versilia, chi ha avuto il
piacere di abbeverarsi al pozzo di ricordi di Aldo in interminabili serate, arricchite da gustosi racconti di
vita vissuta, sa benissimo che la ferita del "festival della canzone italiana" nato a Viareggio e finito a
Sanremo, è ancora aperta. Una ferita che ciclicamente si riapre, ogni volta che Sanremo si avvicina. E
avvicinandosi, Viareggio continua a versare lacrime amare. Un'altra delle grandi occasioni gettate al vento, che
alimentano il rimpianto di quello che poteva essere e che invece non è stato.
Aldo Valleroni ha dedicato un capitolo del suo libro più noto "Versilia Anni Ruggenti" al festival della canzone
italiani. Un testo sacro "saccheggiato" a più riprese, talvolta incappando anche in bucce di banana. Se lo
sapesse, Aldo andrebbe su tutte le furie. Geniale e fumantino ma con addosso il sacro fuoco della musica,
l'inventiva e l'estro di un giornalista di razza, il tutto abbinato al genio creativo di Sergio Bernardini, che
in quel "primo festival della canzone italiana" svoltosi alla Capannina del Marco Polo, ci aveva messo la sua
firma organizzativa, unendo il sacro al profano, visto che le sedie per il pubblico vennero prese in affitto dal
priore della chiesa di San Paolino, mentre i gruppi elettrogeni per sostenere il consumo dell'energia elettrica
vennero garantiti dai militari americani di stanza a Camp Derby. Non dimentichiamo che era l'anno di grazia 1948
e solo quattro anni prima, Viareggio, la Versilia e tutta l'Italia a Nord della linea Gotica, erano nel mezzo
della seconda guerra mondiale.
Insomma il 25 agosto 1948, il "primo festival della canzone italiana" emisse i primi gorgheggi canori. "Fu un
successo - ha ricordato anni dopo Aldo Valleroni in un incontro conviviale in un noto locale di Viareggio -:
cogliemmo la palla al balzo per convincere gli organizzatori del Carnevale a sostenerci. Ma mancava invece la
decisa collaborazione dell'Azienda autonoma di soggiorno che non si rese conto dell'occasione d'oro. La gente
aveva voglia di divertirsi, Viareggio era al centro dell'attenzione nazionale". E dopo la seconda edizione del
1949, altro successo con la confermata presenza della Rai, ma invece di calare il tris... nel 1950 arrivo l'atto
di resa perché nessuno se la sentì di dare una mano al festival della canzone italiana che imboccò la via
Aurelia, percorse tutto la costa apuo-versiliese, transitò dalla Spezia e da Genova, arrivando a Sanremo. E
Viareggio? Costretta a raccogliere i cocci di tanta miopia politica. Se Bernardini & Valleroni avevano avuto
l'occhio che guardava ben al di là dell'orizzonte quotidiano, altri invece avevano dimostrato che una visita
dall'oculista era indispensabile. L'oculista... della notorietà mancata, dei ritorno di immagine, di
quell'economia turistica da far durare tutto l'anno che è il bernoccolo fisso per gli operatori del settore.
Chissà cosa ne penserebbe oggi il buon Aldo. "Viareggio ha una specializzazione in occasioni perdute - ha
ripetuto Valleroni fino a quando è rimasto in mezzo a noi -: non sto qui a elencare tutte le manifestazioni che
qui sono sbocciate e poi si sono affermate altrove....". Felici e perdenti? Può darsi. In ogni caso come
suggerisce il proverbio "chi è causa del suo mal pianga se stesso". Perché "Sanremo é Sanremo" e "Viareggio e
Viareggio". Poi ognuno di noi tiri le sue conclusioni. In ogni caso, caro Aldo: grazie per tutto quello che ci
ha lasciato in eredità.